Progettazione Strutturale e Dintorni
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PRIMI RUDIMENTI SULL'ANALISI PUSHOVER Empty PRIMI RUDIMENTI SULL'ANALISI PUSHOVER

20/1/2021, 20:09
Un collega ha chiesto di chiarire alcuni aspetti di base dell'analisi pushover, detta più propriamente analisi statica non lineare.
Cominciamo col dire che il limite più grande delle analisi lineari, sia esse statiche che dinamiche, consiste ovviamente nel fatto che
non sono in grade di fornire, appunto perché lineari, informazioni sul comportamento non lineare (post elastico) di una struttura. 
Si supera il problema, com'è noto, introducendo nelle analisi lineari il fattore di comportamento q, che ci consente, 
anche se in modo approssimato, di tenere conto anche del comportamento anelastico.
Il metodo principe sarebbe l'analisi dinamica non lineare, che tuttavia è alquanto onerosa dal punto di vista computazionale,
richiedendo per di più la scelta di dati di input complessi e di difficile valutazione: uno per tutti, i legami costitutivi in fase ciclica.
L'analisi statica non lineare, la pushover, rappresenta invece un buon compromesso, perché più semplice e meno critica della precedente
nell'input dei dati, ma che tuttavia non risulta altrettanto rigorosa e precisa.
L'analisi pushover, o analisi di spinta, consiste nell'applicare ad una struttura le masse sismiche, ossia i pesi propri e permanenti portati
più una fetta dei sovraccarichi di esercizio, che sono mantenute costanti, e un profilo di carichi statici orizzontali che rappresentano l'azione sismica.
I carichi statici orizzontali, (il profilo), vengono incrementati per mezzo di un coefficiente moltiplicativo spingendo la struttura
fino al collasso o fino a quando un parametro di controllo scelto (in genere lo spostamento di un punto sommitale) non raggiunga 
un prefissato valore limite. 
Si tratta quindi di un metodo iterativo.
Affronteremo domani gli aspetti salienti, i pregi e i difetti di tale metodo.
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